“Orestorante” approda a Roma. Sapori e profumi di Ponza con la cucina di Oreste Romagnolo

Arrivano a Roma i profumi e i sapori dell’isola di Ponza.  “Orestorante”, dopo 22 anni di onorata carriera sull’isola pontina, approda per tutto l’inverno all’ultimo piano di Eataly, in uno spazio dove si ha l’illusione che il mare sia a pochi metri di distanza a lambire una cinquantina di coperti attrezzati con raffinata semplicità.

Il patron e chef Oreste Romagnolo (di origini avellinesi ma ponzese di adozione), con l’inseparabile braccio destro Valentina in sala a coordinare il lavoro, hanno riportato qui il oro stile ponzese con alcune belle stoviglie create per loro da un artigiano del luogo e arredi semplici e marinareschi, impreziositi dalla presenza di splendidi modellini dei mitici motoscafi Riva, tanto in voga nel porto di Ponza negli anni settanta. Non manca il richiamo ai pescherecci dell’isola dai quali Oreste, per anni, ha acquistato il pescato quotidiano in una sala il cui soffitto sembra essere la chiglia di una barca rovesciata.

 

Oreste propone, come sempre, una cucina del mare perfettamente bilanciata tra ingredienti semplici e il suo estro personale che non lo spinge mai ad abbinamenti azzardati. Il risultato è un gusto perfettamente armonico che arriva diretto già dall’assaggio dei crudi, carpacci di ogni sorta conditi con erbe aromatiche, per poi amplificarsi in piatti più elaborati nei quali si possono apprezzare i sapori del mare e degli orti, con profumi che persistono nella memoria, in grado di riportare a Roma i piaceri di una tavola marina.

 

Due le offerte che Oreste propone da Eataly, quella del pranzo e quella della cena, differenziate  nello stile ma di medesima qualità. A pranzo il menù è lo stesso proposto da Oresteria di Ponza, l’altra sua creatura nata nel 2010 che ha da subito fidelizzato l’isola nella stagione estiva e che offre, con uno stile più semplice, la sua cucina sotto forma di piccoli assaggi, per una pausa veloce e non pesante.

 

Si può iniziare con un soutè di cozze o delle polpettine di pesce, con un piccolo assaggio di cous cous al parmigiano e basilico con gamberi marinati, con un’insalatina di calamari su carciofi in salsa verde e capperi o con dell’orata marinata al lime su agretto di pomodoro. Per chi preferisce la pasta perfetti gli spaghetti alle vongole (sgusciate) o i rigatoni al cartoccio, mentre per gli amanti dei legumi, ottima la proteica zuppa di lenticchie.

 

Tre i secondi piatti troviamo un bel cartoccio ricco di frittura (le cozze fritte se la battono in bontà con i calamari, i gamberoni e i filetti di pesce), il più leggero filetto di orata al limone e capperi o la tagliata di tonno su rughetta con scaglie di parmigiano, il tutto da accompagnare con una bella insalata mista, pomodori e basilico o delle verdure all’agro.

 

I golosi non rimarranno delusi da questo menù all’insegna della leggerezza che potrebbe finire con della frutta di stagione o con un millefoglie espresso, o con il più classico tiramisù.

La sera entra in gioco il menù di “Orestorante”, con una carta aggiornata seguendo la stagionalità dei prodotti e la qualità del pescato, con una diversa mise en place, e un servizio attento e preciso sotto la super visione di Valentina, che è anche la responsabile della cantina, capace di una sapiente selezione di etichette, dalle più note alle meno conosciute, tutte ben abbinabili ai piatti proposti.

 

Interessante il menu degustazione che si apre con il pesce cotto sulla pietra di Palmarola (dei piccoli assaggi di pesce su spiedini da scaldare appena su una pietra arroventata e da intingere in un leggero salmoriglio), seguito da un interessante dentice con marinatura tiepida su gelato di patate. La patata liquida con trito di gamberi è il vero matrimonio tra terra e mare in grado di esaltarne entrambi i sapori (pare che questa nuova consistenza del tubero sia un retaggio di quando cucinava per la figlia ancora piccola, ed oggi, sia entrata con successo tra i suoi piatti). Il tonno con cipolla caramellata e menta apre il palato all’arrivo della calamarata (la pasta non poteva mancare), preludio di uno spiedino di ricciola con lenticchie. La tartufata, un buon dolce al cioccolato, conclude la degustazione (60 euro a persona, mentre il vegetariano 40 euro).

 

Alla carta interessanti i gamberi rossi al lime caramellato (ottimo connubio), e la zuppa di ricci di mare servita in un riccio di ceramica blu cobalto.

Gli spaghettoni tiepidi con gamberi crudi e agretto di pomodoro Torpedino sono una vera scoperta per il palato che riesce ad apprezzare subito una temperatura insolita per della pasta, mentre gli spaghetti ai ricci di mare ci fanno fare un tuffo nel celeste delle acque di Palmarola. I rigatoni con pomodoro San Marzano e fiori di zucca ripieni di ricotta ci riportano sulla terra ferma, ma sempre sotto il sole ponzese.

Due piatti di carne (filetto di manzo e coniglio alla cacciatora) si ritrovano a sfidarsi con quattro importanti piatti di pesce: lo spiedino di ricciola e provola su lenticchie e olive itrane, il filetto di dentice gratinato su crema di limoni, la treccia di spigola con panzanella di pomodoro e melanzane, i gamberi in pasta katajfi accompagnati da una splendida maionese di ricci.

 

Anche i contorni sono più articolati rispetto all’offerta del pranzo, e rispecchiano l’amore di Oreste per gli ortaggi: una millefoglie di melanzane o la parmigiana di fiori di zucca ci ricorda ancora l’estate, mentre la parmigiana smontata di melanzane al gorgonzola ci prepara alla più invernale scarola ripassata con uvetta, pinoli e olive itrane.

 

Non mancano degli ottimi formaggi e dei dolci interessanti per finire il pasto: oltre alla tartufata, un crumble di mele con gelato alla crema e una cassatina realizzata con mousse di ricotta siciliana e crema di pistacchi.

Direi che gli amanti del pesce e della buona cucina da oggi hanno un nuovo indirizzo di riferimento.

 

 

 

 

 

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