Una cucina creativa, attenta alla materia prima e legata ai sapori del territorio proposta in chiave elegante in un quartiere solitamente additato per la sua cucina per turisti. Sicuramente una sfida quella di “Doppio”, il ristorante di Fabrizio Agostini che, con i soci Maurizo Pontillo e Rinaldo Ruffini e la consulenza dello chef stellato Giuseppe Di Iorio, vuole abbattere i preconcetti di romani (e non) che vedono la Trastevere dietro Piazza San Cosimato un’affascinate casbah senza una buona offerta gastronomica.
“Doppio” cambia le carte in tavola e propone un progetto gastronomico all’avanguardia, con una cucina di alto livello volta alla ricerca di sapori inediti realizzata con prodotti del territorio sapientemente lavorati da una giovane e competitiva brigata, ben istruita dallo chef stellato che da il suo inconfondibile imprinting con nuove tecniche di cottura, l’attenzione al km zero e l’utilizzo di ingredienti genuini e del territorio, molti dei quali acquistati al mercato e nelle botteghe di Trastevere che a loro volta li selezionano da produttori laziali. Il risultato sono piatti creativi dai sapori esplosivi, curati nel dettaglio di ogni passaggio, dalla cottura alla presentazione a tavola.
Solo trenta coperti divisi in due piccole sale con volte di mattoni a vista, intensi quadri dell’artista trasteverino Renato D’Ambrosio, un pianoforte in radica all’ingresso con delicate incisioni, luci tenue che riflettono sulle pareti bianche, comode sedute color panna e tovaglie chiare sui tavoli, per un ambiente elegante ma semplice allo stesso tempo, che fa da cornice alla cucina gourmet e innovativa preparata dalla brigata ben istruita dallo chef stellato che ha curato anche la ristrutturazione, personalizzandola con Agostini.
In fondo alla prima sala, accanto alla cucina, una importante cantina in legno massello, capace di ospitare più di seicento etichette. Per ora le etichette sono 250, soprattutto di naturali, ma entro la fine dell’anno sarà addirittura triplicata.
Per quanto riguarda la carta cambia frequentemente anche a seconda delle stagioni seguendo la storica , divisione in antipasti, primi e secondi, oltre ad avere un menù degustazione detto “della Tradizione” a 75 euro vini compresi.
Tra le entrée sicuramente da provare c’è il polpo arrostito con variazione di peperoni e l’uovo croccante su crema di patate e porri con tartufo nero estivo. Tra i primi, invece, i ravioli rossi, neri, gialli e verdi ripieni di astice del Mediterraneo con crema di topinambur e buccia di topinambur croccante, un delicato risotto con gamberi rosa dell’Argentario e zucchine romane, il fresco tagliolino con datterini, alici di Gaeta e arancio candito e il partenopeo Fusilloro Verrigni con ragù di agnello e pomodorino giallo del Vesuvio.
Sotto il segno della creatività, tra i secondi in carta si trova il baccalà in olio cottura con crema di ceci neri della Murgia Carsica e bottarga di muggini di Arborea, con emulsione di rapa rossa e rapa gialla caramellata e vetro rapa, per uno squisito contrasto dolce salato. E poi il fegato di vitello con cipollotti dolci, fagiolini e mousse di tzatziki; i bocconcini di anatra cotta nel brodo di orzo tostato a bassa temperatura, verdure saltate e aria di caffè; la spigola dorata al sesamo e cavoletti al burro di capesante.
I dolci sono interessanti: la crostatina di lamponi e tonka, il Roma-Havana 8700 km andata e ritorno e il classico “7 Veli” ma a modo mio concludono dolcemente il pasto.
Il menu firmato “Giuseppe Di Iorio”, viene sicuramente ben interpretato da una brigata esperta, competitiva e giovane guidata da Maurizio Bianchi, già chef alle Calandre e al ristorante giapponese Sushi B di Milano. Agli antipasti troviamo il giovane Massimiliano Croce, già a fianco di Di Iorio nella cucina di Aroma Restaurant e con esperienze in Canada, mentre ai primi Luca Occhipinti in passato con lo stellato Accursio Craparo di Modica, Romeo di Cristina Bowerman e Bistrot 64 con Kotaro Noda a Roma. Lucio Forino è il pasticcere, mentre il sommelier è Fabio Buratti con diversi anni di esperienza all’Enoteca Capranica.
La filosofia e la mano dello chef di Aroma, stella Michelin che brilla all’ ultimo piano di palazzo Manfredi con vista mozzafiato sul Colosseo, porta finalmente una boccata di aria nuova in un quartiere così gastronomicamente bistrattato quale è Trastevere.
Qualche info:
Doppio
via Natale del Grande 42 (Trastevere)
Tel 06.87646248
Aperto tutti i giorni a cena (da ottobre anche a pranzo)