Appena Roma abbandona il freddo dell’inverno e scalda le sue serate, sul roof garden dell’Hotel Capo d’Africa, si aprono le vetrate della sala interna e si allestiscono le terrazze de L’Attico Bistrot per cenare ammirando le absidi della Basilica dei SS. Quattro Coronati o il Colosseo. Siamo al Celio, all’ultimo piano di questo raffinato ed accogliente Boutique Hotel di 65 camere, dove troviamo un elegante bistrot con piatti in carta che vedono protagonisti prodotti di qualità e la loro stagionalità (cambiano ogni tre mesi), con una cucina creativa (ma pur sempre concreta senza voli pindarici) che si esprime interpretando la tradizione romana e italiana.
Da pochi mesi alla guida delle cucine dell’Hotel Capo d’Africa e del suo bistrot troviamo il giovane chef Erio Ivaldi (classe ’81), che porta nella sua cucina le radici pugliesi unendole alle sue origini romane, con qualche influsso francese dovuto alle passate esperienze lavorative parigine.
Una cucina fatta di piatti della tradizione dove è lui a scendere in campo personalmente per la scelta dei prodotti che trova in mercati selezionati o da piccoli produttori: salumi, formaggi, carne, ortaggi sono laziali (prosciutto e patate ad esempio sono della Tuscia), con qualche incursione in Abruzzo per l’agnello, in Campania per mozzarella e pomodori del Piennolo, e in Puglia per olio, burrata e caciocavallo.
Le proposte di Ivaldi (qui ne trovate alcune delle varie stagioni), sono composte come tavolozze dove gli elementi sono tutti protagonisti valorizzandosi l’un l’altro. Sarà l’ospite a comporre il boccone scegliendo le combinazioni, cosa che si nota subito, fin dagli antipasti che in carta troviamo come “Pronti, partenza, via”.
Di fronte alla Variazione di melanzane con polpettina al caciocavallo, piccola parmigiana, flan al basilico su crema di pomodori secchi, che fa subito estate, da dove iniziereste? Dalla polpettina, all’apparenza simile a un supplì, fritta, asciutta e croccante con al suo interno tutta la cremosità del formaggio pugliese, o il delicato flan al basilico che incontra la sapidità dei pomodori secchi, o l’assaggio di parmigiana?
Oppure si può scegliere il Gateau di patate della Tuscia, con un tenero polpo, il guanciale croccante ma friabile e la maionese di sedano che con la sua acidità contrasta la dolcezza delle patate. Influssi francesi con la Terrina di faraona, con frutta secca e frutti di bosco, e nostrani con il Tagliere dalla nostra selezione di salumi, ideale anche per un aperitivo, con prodotti scelti uno ad uno dallo Chef. Interessante anche la trippa in tre cotture, ovvero croccante, in insalatina con fagioli e alla romana con pomodoro, menta e pecorino romano.
Invece per chi ama il mare, gli antipasti includono anche il pesce con la Terrina tiepida di triglie e bietole con arance di Sicilia e menta e la Millefoglie di frittelle di patate con salmone marinato in casa e crema di formaggio fresco all’erba cipollina.
Gli appassionati dei classici della cucina mediterranea e romana (ricordiamoci che qui passano anche molti stranieri) sono accontentati con gli Spaghettoni al pomodoro e basilico e le Mezze Maniche all’Amatriciana a cui si aggiungono le versioni personali dei “Primi piatti della tradizione”, altri classici ma rivisitati secondo il suo estro: così i Tonnarelli cacio e pepe si accompagnano con calamari croccanti, o gli Spaghettoni di Gragnano con pomodorini datterini alla burrata di Andria e bottarga. Tradizione della campagna laziale si sposano alla cucina d’Oltralpe nei Rigatoni romani al ragù bianco di coniglio e tacchino, con burro alle erbe e mandorle tostate, dove il coniglio e il tacchino sono rigorosamente d’aia, il condimento dal sapore antico è delicato e aromatico, ma si attualizza con le scaglie di mandorle croccanti. In carta anche degli Gnocchetti di spinaci con crema di champignon e fiori di zucca, naturalmente fatti in casa.
I “Primi Piatti” spaziamo per l’Italia tra i Tortelli di magro in brodo all’emiliana; il Risotto Vialone nano I.G.P. con funghi porcini impreziosito dall’aggiunta di nocciole tostate e parmigiano invecchiato; una versione personalizzata di Gnocchi di zucca, su fonduta di Castelmagno e gherigli di noci e la Crema di porri e patate della Tuscia viterbese con vongole veraci in sauté.
Tra “I secondi a nessuno” c’è la Variazione di maialino, composta da pancetta di maiale razza Duroc (croccante cotta a bassa temperatura per 12 ore), salsiccia di maiale Nero dei Nebrodi allevato allo stato brado presentata su un crostino, guancia di maialino di Mora Romagnola stracotta al Chianti, accompagnato da crauti saltati con olio e peperoncino (anche qui da dove comincereste?). Non manca l’Agnello di Scanno d’Abruzzo I.G.P. con carciofi fritti e crema di pecorino romano dop, il coniglio “insalsicciato” con mele saltate all’uvetta o la Guancetta di manza fassona alla paprika.
Dall’aia arriva il tacchino biologico, allevato all’aperto ripieno di tartufo con patatine croccanti, mentre il mare si sposa con la terra con il Filetto di spigola d’amo al forno, con tortino di radicchio trevigiano e il Tomino con cicoria saltata e crostino di pane.
Il menu si conclude con i “Sogni d’oro”, i dessert: il soffice Tiramisù presentato in un barattolino di vetro con coperchio; il Tortino di cioccolato selezione fondente 72%; la Sfoglia croccante alle arance di Sicilia flambè al wisky con cremoso di ricotta romana e pinoli, e una ricetta ideata ed elaborata dallo Chef, i Ravioli dolci fritti con pere, cannella e crema inglese calda. Per gli amanti dei formaggi non manca il Tagliere di formaggi con miele, noci e marmellate bio.
Qualche info:
Hotel Capo d’Africa
Via Capo d’Africa 54 – 00184
Roma
Tel. 06 772 801
Fax. 06 772 808 01