Un piccolo angolo di charme con vista sulle antiche mura Aureliane, un risto bistrot accogliente a due passi dalla movida di San Lorenzo, un ambiente elegante che ricorda un salotto d’oltremanica dei primi del ‘900 dai toni caldi e dagli interni glamour.
Accademia del Gusto 1990 è il sogno realizzato di un giovane 25enne romano, Matteo Catini (il suo anno di nascita accompagna il nome del locale), affiancato da un team giovane e appassionato, formato dallo chef Giuseppe Genca (classe 1988), un beneventano creativo ma molto legato alla tradizione delle cucine regionali italiane, e da un barman poco più che trentenne Alessandro Guaschi , un “globetrotter” della mixology che partito dalla Danimarca, passando per nord Europa e Australia, è approdato qui dopo essere stato al Chill bar della “Casina Valadier”.
Anche se il locale offre solo 30 posti (ma già si pensa ad altri 20 esterni) è sulla buona strada per diventare un punto di riferimento per gli amanti del buon cibo e del buon bere che amano gli ambienti soft facendosi avvolgere dal gusto anche di altre iniziative, come serate a tema, eventi culinari e letterari, laboratori ai fornelli, showcooking, corsi e degustazioni con prodotti selezionati.
Con un menù rigorosamente stagionale e a km 0, questo locale apre i battenti il 12 dicembre scorso cominciando con le proposte invernali che vedono in carta una selezione di eccellenze laziali come la Mortadella d’asina D.O.L, il capocollo di Monte Fiascone, il Ciauscolo di Viterbo, il Provolone di Formia, il Pecorino Cenerino e il Brinato o la Caciottina Massaggiata di Amaseno di bufala conciata con erbe di stagione, o alcuni antipasti romani rivisitati come il Giaollonero, un supplì alla salsiccia con panatura di carbone vegetale servito con salsa di patate e zafferano, o il Tortino romano con cacio bruscato, pane carasau, patate e cicoria acanto accanto l’Occho di bue, un carpaccio di bue con croccante di tuorlo, e gli Straccetti di polpo, ovvero un polpo al salto con rosmarino, ceci e porro.
Le paste rigorosamente fatte da loro come il pane (fettuccine al ragù di agnello e menta, orecchiette alla salsa di cime di rapa e cotechino beneventano brasato, gnocchi di castagne con funghi porcini e borraggine accanto ad un risotto di cacio nobile e fiori) sono tutte invoglianti e magari da gustare in attesa di un sostanzioso Filetto dell’Accademia di manzo con burro di Normandia, o di un Manzo affumicato con papate rosse al sale. Interessante la Genovese di Calamaro ripieno di cous cous alla genovese di cipolle e pomodorini secchi e il Galletto doppio malto alla BS Beer Otto accompagnato da purè.
Anche i dolci trasmettono una certa romanità rivisitata con il Budino di caffè con cristalli di Sambuca e cioccolato bianco, accanto a quelli più tradizionali quali possono essere il Tortino cuore caldo con gelato alla vaniglia, il Semifreddo ai cachi con cioccolato e peperoncino o la Torta di mele crema &crumble.
In questo locale di fronte Porta San Lorenzo si è i benvenuti dall’ora dell’aperitivo, quando si può cominciare assaggiando un tagliere di formaggi e salumi o le più classiche tartine (carina la scritta canapès in menù), sorseggiando un pre dinner studiato apposta da Guaschi per l’Accademia, fino ad in afterdinner in tarda serata accompagnati dalle immagini di film muti in bianco e nero che scorrono discretamente su un quadro digitale o le note della musica jazz che si diffondono nell’aria regalandoci una sensazione di relax come nel proprio salotto.
Mancherebbe solo una cosa per essere perfetto nell’accoglienza … un angolo camino dove fumare un buon sigaro sorseggiando rum e gustando cioccolato… ma si sa io sono viziata… per il resto però… c’è tutto!