Il Ristorante Camponeschi, da trent’anni eleganza e tradizione romana a piazza Farnese

Stupire con la semplicità è un’arte che pochi conoscono e diventa affascinante  se  unita al buongusto, allo stile e alla tradizione.

Siamo a piazza Farnese nello storico Ristorante Camponeschi dove si celebra ogni giorno la buona cucina romana tra l’eleganza rinascimentale dei suoi ambienti ospitati all’interno di  in un palazzo del ‘600. Tra trompe l’oeil  con vedute di giardini romani, sete damascate alle pareti, colonne romane, candelabri e sottopiatti in argento, tovaglie di lino e piatti Ginori per una mise en place con preziose cristallerie, quadri e specchi d’epoca che convivono con la modernità delle opere di Carlo Roselli e di Kostabi, si esprime la passione per il buon cibo e il desiderio di condividerlo di Alessandro Camponeschi.

Questo elegante salotto romano, che nella bella stagione trova anche spazio nella piazza con un elegante dehor, con Alessandro è alla terza generazione di una famiglia che ha lasciato il segno nel campo dell’alta cucina, del buon vino e soprattutto dell’accoglienza raffinata e discreta che ha fatto si che questo ristorante diventasse, negli ultimi trent’anni, il suggestivo punto d’incontro del jet set internazionale e dei bon viveur della capitale alla ricerca della buona cucina sia romana che mediterranea.

Un cucina seguita con amore e dedizione dall’executive chef Luciano La Torre, bravo interprete di un menu rigorosamente stagionale dove la tradizione sposa la modernità tendendo sempre alta la bandiera della qualità dei prodotti, selezionati dopo un’ attenta ricerca nel panorama regionale e nazionale da produzioni biologiche e d.o.p., visto che la qualità è l’unica forma di successo che ci affascina”, come sottolinea da sempre il patron.

Lunga la serie di antipasti che che spaziano (tanto per citarne alcuni) dal Foie gras con riduzione di Marsala e fichi al miele di castagno alla semplice alla Misticanza con pomodori, alici di Sciacca, aceto di lamponi e scaglie di grana, dalle Cappesante rosolate su letto di funghi trifolati al carpaccio di manzo marinato con tartufo di stagione e olio di frantoio, dai carpacci e tartare di pesce e crostacei abbinati a frutta e verdure alle escargot alla Bourguignonne. Non manca il caviale Beluga nei quindici antipasti in grado di accontentare anche i palati più annoiati.

Con i primi si apre il mondo dei profumi e sapori mediterranei: ottima la zuppa di pasta e fagioli con frutti di mare alla napoletana, interessanti le ormai introvabili tagliatelle paglia e fieno o gli spaghetti alla chitarra con spigola e olive taggiasche, profumati il risotto con funghi e cappesante o le linguine con bottarga di muggine, zucchine e limoncino. Buoni gli gnocchetti  di patate fatti in casa con frutti di mare e pecorino di fossa e imperdibili gli spaghetti di Gragnano con astice e pomodoretto dattero.

Altro capitolo i piatti della tradizione romana dove accanto alla trippa alla romana, ad un tenero baccalà in umido con pomodorini, uvetta e pinoli e alla Vignarola di giardino di legumi e carciofo troviamo i classici saltimbocca di vitello con salvia e prosciutto, lo scottadito di agnello e il prosciutto con carciofi alla romana. Tra i piatti della tradizione non mancano i bucatini alla amatriciana, i rigatoni alla carbonara e gli spaghetti alla gricia.

Sontuosi i secondi di pesce dove tra scorfani, gallinelle, orate e spigole spiccano l’Astice al vapore con salsa di vino Corato, l’insalata tiepida di granseola con sedano e citronette di limone, la Buillabaisse di  pesci di scoglio, il rombo dorato con dadolata di lime e capperi di Pantelleria e l’escalope di spigola al rosmarino con patate fiammifero e funghi porcini.

Di impronta più nordica i secondi dove tra sei troviamo la Suprema di faraona con mandorle tostate e salsa Perigordine, i tournedos di manzo con scalogno glassato e foie gras e la Chateaubriand in salsa bernese. A fine pasto si può scegliere tra ottimi formaggi con mostarde in abbinamento o i dolci del giorno.

Non poteva mancare un’importante cantina che vanta 400 etichette, tra cui anche i vini prodotti dall’Azienda Agricola Camponeschi realizzata dalla stessa famiglia nel 1968, anno in cui Marino Camponeschi apre l’omonima azienda agricola sui colli Lanuvini, in prossimità del Parco Archeologico dell’Appia Antica. Venti ettari di vitigni selezionati, che ancora oggi danno vita a ottime etichette, tra le quali spiccano il Carato rosso (Uvaggio di Merlot e Cabernet Sauvignon con passaggio in barrique), lo Shiraz, la Malvasia, il Vetus e il brut Camponeschi, un apprezzato spumante realizzato con metodo classico (Metodo classico ottenuto da uve Chardonnay e Pinot nero e grigio). Oggi è Claudio Camponeschi, fratello di Alessandro, l’artefice dei vini a marchio di famiglia, gestendo al meglio l’azienda agricola e applicando alle antiche tradizioni vinicole, come la raccolta fatta a mano, la più moderna tecnologia enologica che accompagna il vino fino  all’imbottigliamento.

Ma se il ristorante è aperto solo a cena fino a mezzanotte l’adiacente Wine Bar Camponeschi offre ai suoi ospiti una serata speciale da vivere dall’ora dell’aperitivo fino al dopo cena. Qui è possibile sorseggiare dell’ottimo vino (tra cui le etichette Camponeschi), un delizioso champagne o fantasiosi cocktail parlando con i tanti artisti che il Wine Bar ospita ogni sera. Come il gruppo de L’Electronic Art Cafè, ideato da Umberto Scrocca, uno degli eventi culturali che animano questo luogo rendendolo una vera e propria fucina artistica.

 

Qualche info:

Ristorante Camponeschi

Piazza Farnese 50

Roma

Disponibile una sala per fumatori

Chiuso la domenica

Aperto solo a cena

tel. 06.6874927

www.ristorantecamponeschi.it

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