Colore dorato, bouquet di grano tostato, bilanciato gusto di caramello,gusto eccezionalmente gratificante intensamente luppolato, equilibrio di dolcezza sottile e di amaro vellutato avvolto in un corpo gloriosamente frizzante. Lei, l’unica, l’originale, la sola Pils degna di questo nome che 173 anni fa ha cambiato il modo in cui il mondo vede la birra.
Più spumeggiante che mai si è fatta conoscere, ammirare e sorseggiare a Roma da un nutrito gruppo di giornalisti e blogger presso lo spazio unconventional delle Formiche che per l’occasione si è trasformato in birreria ceca in onore della patria natia di questa dolce bionda.
La Pilsner Urquell Experience si è rivelata subito piacevole iniziando con un aperitivo dai sapori toscani nello spazio esterno. Qui campeggiava una botte Pilsner d’epoca accanto ad un enorme tronco pieno di salumi di cinta senese della Cooperativa agricola Firenzuola (ottima la mortadella di Cinta) e di formaggi del Podere Palagiaccio , affiancati da una macchina per il gelato targata Pilsner con la quale il Mastro gelatiere fiorentino Vitulio Bondi ha realizzato dell’ottimo sorbetto alla birra.
Nello spazio interno si è cominciato subito a spillare, in boccali di vetro ghiacciati come tradizione ceca vuole (7°C), quella che è stata la madre di tutte le birre dorate al mondo, dichiarata tale quando nel lontano 5 ottobre 1842 il giovane mastro birraio bavarese Josef Groll ha dato il via ad una vera e propria rivoluzione con l’inimitabile birra chiara a bassa fermentazione Pilsner Urquell stabilendo così gli standard per tutte le birre chiare che verranno prodotte da allora (prima erano scadenti, scure e torbide… vi lascio immaginare sentore e sapore!)
Come in una vera birreria ceca ad accompagnare il mio boccale di Pilsner Urquell (solo 4,4 gradi),in questa Experience sono stati dei piatti in cui il filo conduttore era lei, la birra: ravioli Mugellani con ripieno di patate e spezie con ragù di maiale di Cinta Senese sfumato con questa birra (in onore dei pirogi cechi?), insalata di orzo con pomodorini e melanzane al forno cotte nella birra e condito con olio toscano novello, prosciutto di macchia fatto marinare nella birra e massaggiato con erbe cotto al forno cotto a bassa temperatura servito con patate arrosto e fagioli cannellini. Infine una panna cotta con arancia, riduzione di birra e zucchero di canna accompagnata da un cantuccio (come potete intuire il catering Panino Tondo con il cuoco Samule Gallori, che ha realizzato il tutto, sono di Firenze).
Questa birra d’oro, nata nella Repubblica Ceca patria della birra, e precisamente a Pilsen in Boemia a circa 100 km da Praga (tanto che il significato letterale del suo nome è “Pilsner dalla fonte originale”), viene ancora prodotta li dove nacque con gli ingredienti locali più raffinati e con un processo di fermentazione unico, curata da sempre da chi lavora con passione e dedizione: dai mastri bottai che costruiscono le botti di legno in cui invecchia la birra nelle cantine, ai maltatori, a chi si occupa della produzione, ai mastri birrai.
Il malto chiaro, ancor oggi prodotto all’interno della fabbrica di Pilsen con il miglior orzo boemo e moravo, che gli dona il tipico colore chiaro e sfumato d’oro; i fiori di luppolo Saaz che le danno quel gusto amaro che bilancia la dolcezza del malto e la tipica trasparenza; l’acqua, ancor oggi estratta dalle falde sottostanti al bacino di Pilsen, particolarmente povera di minerali e sali naturali e con una dolcezza unica che contribuisce al gusto dolce amaro della birra; il lievito segreto Pilsner H, l’artefice del sapore superiore e del corpo di Pilsner Urquell, che secondo la leggenda fu rubato in un monastero da un monaco in fuga e venduto a Josef Groll nel 1842, concorrono tutti con la loro qualità superiore a renderla unica e inimitabile, l’unica vera Pils.
Altro fiore all’occhiello di questa birra sono le innovative tecniche di produzione introdotte da Josef Groll, mantenute ancor oggi benché complesse, lente e costose, come la fermentazione a basse temperature, il triplice processo di decozione (gli altri produttori di birra ne hanno uno o al massimo due), il riscaldamento a fiamma viva in bollitori di rame (la maggior parte delle altre fabbriche hanno dispositivi di riscaldamento elettrico o a vapore su contenitori d’acciaio), peculiarità produttive che ancora oggi distinguono Pilsner Urquell dalle imitazioni.