Tra centinaia di rose bianche, caviale e fiumi di prosecco, il Grand Hotel Ritz ha accolto i suoi ospiti come solo un elegante e sobrio signore sa fare per mostrare, senza ostentare, un restiling dove modernità e tradizione si sono sapute fondere perfettamente. Erano gli anni ’60 con un’Italia in pieno boom economico e una capitale che ospitava le Olimpiadi, e che finalmente si poteva vantare anche di avere un aeroporto internazionale, quando si taglia in nastro per inaugurare in uno dei più aristocratici quartieri di Roma, i Parioli, quest’albergo che da subito diventa meta di re, capi di stato e artisti internazionali.
Il 25 giugno, durante un’inaugurazione affollatissima, questo quattro stelle da sempre di proprietà della famiglia Puccini, ha potuto rivivere il suo fasto rinnovato dove, accanto a toni classici, grandi specchi, pregiato legno e arredi in stile, ha trovato posto un piccolo giardino d’inverno e un elegante centro Wellness dotato di tutte le comodità per farsi coccolare (un’ampia zona umida, piscina, bagno turco, sauna, doccia emozionale, cabine per trattamenti personalizzati oltre ad una zona fitness con attrezzature Technogym… a mio parere delizioso…chi mi conosce sa che amo le SPA e come attenta frequentatrice in giro per il mondo posso confermare che questo “Holiympia by Musa” è un luogo di puro piacere dove si viene accolti con il sorriso e dove si può staccare veramente prendendo una boccata d’ aria pura nel vero e proprio senso della parola grazie ad una sorprendente parete di licheni che la depura).
Un esclusivo servizio di personal shopper e butler risolve i problemi di chi ha poco tempo o non conosce la città, mentre 103 camere di cui 35 suites di diverse tipologie, da quelle in stile neoclassico affrescate a mano dalla Designer Antonia Boveche a quelle dal design contemporaneo tutte progettate dall’Architetto romano Marcello Ceccaroli, sono in grado di far sentire come a casa l’ospite.
Ovviamente io ho ficcanasato in tutte le parti di questo albergo (oggi diretto da un esperto in in hôtellerie come Filippo Tomaselli), prima di raggiungere al settimo piano, un nuovo indirizzo gourmant della capitale, Le Roof affidato alle redini di Gaetano Costa, noto Chef e brand di alta cucina mediterranea, che al top floor dell’Hotel ospiterà la clientela interna ed esterna in uno spazio di circa 500mq dal design classico-moderno (80 i coperti più 20 nella loggia esterna durante la bella stagione). Peccato non aver potuto vedere questo spazio arredato per darvi un’idea fedele di quello che sarà, ma una cosa la posso dire, la cucina di questo chef campano di origini, ma romano di adozione, è fatta di piatti semplici, mediterranei, dove ogni elemento è riconoscibile e godibile nella sua essenza. Ovviamente le materie prime sono di eccellenza e il servizio è concepito con una cucina a ciclo continuo adattabile ad ogni singola esigenza del cliente. Ieri sera finalmente ho ritrovato sapori netti, ben distinti, proposte (anche se in versione fingerfood per ovvie esigenze di numero) chiare e familiari in una maratona di circa tre ore durante la quale la cucina non ha perso neanche un minuto per far uscire di continuo piccoli e interessanti assaggi accompagnati dai vini della cantina Casale del Giglio presente con un sommelier.
Ma facciamo un passo indietro e cominciamo dagli aperitivi serviti con sottofondo musicale nella lounge di stile classico all’American Bar “DEI CESARI” (ma ovviamente anche loro concepiti da Gaetano Costa): mini ovoline con scaglie di lingotto di caviale Calvisius, polpo marinato, orzo con verdure e quenelle di baccalà al limone, una classica focaccia con cubetti di mortadella (anche qui la qualità fa la differenza), uno strudel di verdure con semi di papavero, del riso venere con pesce e mandorle tostate, e molto altro ancora che non sono riuscita ad assaggiare.
Saliti a Le Roof, e abbandonati gli antipasti, si è passati a mini tartare di manzo con erbe aromatiche, striscioline tenerissime di calamari con passata di fagioli cannellini, pappa al pomodoro con menta, parmigiana di zucchine anche qui con menta, gambero fasciato di pancetta con salsa di finocchio, prosciutto croccante con salsa di melone (per un delizioso mangia e bevi), bocconcini di pollo fritto alle erbe aromatiche, rotolo di pasta-ricotta e spinaci servito come vuole tradizione con sugo di pomodoro semplice come diciamo a Roma, fritto vegetale (immancabile), infine musse al cioccolato con pasticca di cioccolato bianco e crema di cioccolato bianco con zester candito di arancia. A questo punto, anche se continuavano ad uscire altri assaggi salati, dolci e rinforzi del resto, che io ovviamente non per golosità ma per dover di cronaca avrei dovuto continuare ad assaggiare, ho lasciato il Gran Hotel Ritz con in mano una splendida rosa bianca a stelo lungo, una privilege card e un delizioso cupcake al cioccolato, piccola nuvoletta di golosità. Lui si che sa corteggiare le signore!!