L’alta cucina “in rosa” di Culinaria 2014 chiude i battenti e io, dopo tre giorni di girovagare tra stand di produttori, cooking show, aule didattiche e assaggi vari, sono arrivata alla conclusione che se potessi caricare tutto su un astronave e portare l’intero carico in giro per il globo risolleverei le sorti di questo nostro povero paese. Primo perché una manifestazione tutta al femminile all’estero sarebbe mediaticamente vincente, secondo perché le chef in questione sono innegabilmente brave , terzo perché fanno squadra e come si sa è una mossa intelligente e vincente, quarto perché affascinano con quello che riescono a creare…forse con un pizzico di fantasia in più. Mettiamoci anche 85 produttori di qualità, appassionati e propositivi che realizzano materia prima simile al nettare degli dei e il gioco è vincente! Ma io non ho l’astronave e la IX edizione, con i suoi 5000 visitatori in tre giorni, direi che se l’è cavata più che bene anche senza astronave.
Come dico sempre “dietro ad un grande piatto c’è un’idea, dietro un’idea una persona aiutata nel creare da una materia prima eccellente, senza questa l’idea realizzata è mediocre! “Banalità? Forse, ma senza questa uno chef non va da nessuna parte in questa Italia che pullula di ristoranti e dove, su qualunque canale televisivo, radiofonico, e ormai anche al cinema, si parla in maniera assillante di cibo.Tutto questo per dire che comincerò a parlarvi di alcuni prodotti dell’eccellenza del Made in Italy agroalimentare che ho scoperto durante il primo girovagare in questa manifestazione che, mica roba da poco, il prossimo anno per il suo decimo compleanno, sarà inserita nel calendario romano di eventi per Expo 2015.
Cominciamo con due signore per cavalleria. Due sorelle, le proprietarie di Peperita e Il Cavallino a Bibbona, ovvero peperoncino e olio extra vergine di oliva, ovvero Rita e Romina Salvadori. La prima la signora dei peperoncini ( ne produce 16 qualità dai diversi aromi e per diversi abbinamenti, dedicando 16 ettari del suo podere a questa coltivazione biologica), la seconda dell’olio e pluripremiata: dopo la medaglia d’oro conquistata alla New York International Olive Oil Competition, il suo Cavallino Special Edition Leccio del Corno è stato inserito tra i 200 oli extravergine di oliva migliori della degustazione ed è presente nel sito www.olivenoeltest.de come uno dei migliori del mondo. Si tratta di un olio ricavato dalla cultivar Leccio del Corno, un fruttato medio molto fragrante con ricordi di carciofo fresco, erbe di campo, foglie di fico e nocciola. L’amaro ed il piccante sono moderati ed in perfetto equilibrio…io l’ho assaggiato senza accompagnamenti…superbo!
Con loro, e i loro fantastici prodotti, ho fatto un percorso sensoriale sul peperoncino giusto, peperoncino sbagliato in una pappa al pomodoro servita in tre mini porzioni e realizzata con tre diversi peperoncini ( ovviamente uno troppo amaro anche se non il più piccante). Ed è stato allora che ho scoperto che i peperoncini hanno aroma fruttato, con note di zenzero e fiori, o profumo di peperone giallo e sentore di frutta tropicale , o con aroma intenso e fruttato di burro di cacao o limone e legno tropicale, e possono avere anche note di paglia e fieno. Un mondo declinato in 16 nomi e infiniti sapori che devono trovare l’abbinamento giusto con le pietanze per dare il meglio di se stessi.
www.ilcavallino.it www.peperita.it
Lascio lo spazio dell’aula didattica ancora leccandomi i baffi dopo l’assaggio, che mi ritrovo di fronte ad un vassoio pieno di dorate prelibatezze marchigiane: olive ascolane e cremini! Sulle olive ascolane ho sempre avuto dei dubbi ( il ripieno non è quasi mai al livello delle aspettative ed ogni tanto ho rischiato anche di rompermi un dente per qualche ossicino che girovagava) ma questa volta è stata tutta un’altra musica: perfette, polpose, dorate al punto giusto e con un ripieno dalla macinatura perfetta e dal gusto eccellente!
Curiosando scopro l’arcano: sono fatte rigorosamente a mano: denocciolate, riempite, infarinate passate nell’uovo e impanate come vuole tradizione. Stessa cosa per i cremini, cubotti di crema pasticcera panati e fritti. Il segreto di questa antica ricetta è custodita dalla Bottega dell’Oliva Ascolana di Ascoli Piceno pronta a farvi felici portandovi ogni giovedì a Roma queste prelibatezze. www.bottegaolivascolana.it
A questo punto dovevo bere qualche cosa, e cosa c’è di meglio di una birra con il fritto? Detto fatto, avevo solo l’imbarazzo della scelta: una Eternal City Brewing prodotta nel Lazio (magari una URBE-american pale ale con un 5% di alcool che con i suoi aromi di frutta tropicale è dissetante e rinfrescante) o una Theresianer Premium pils triestina dalla stessa gradazione ma con sentori di malto e luppolo? Cosa ho bevuto? Non ve lo dico, non mi sembra carino, ma mi sembra ovvio… ho scelto quella offerta dei più simpatici beoni che spillavano da un faro lumino
www.theresianer.com www.eternalcitybrewing.it
Bene, ora si rientra in aula didattica per la pizza al pomodoro! Ma che signora pizza e che signor pomodoro! Quando a Roma si dice pizza si pensa a Bonci, ma voi sapete che pomodoro usa da Pizzarium? Quello 100% naturale, coltivato, colto e fatto a mano dal laboratorio agricolo Panella, una interessante realtà voluta da Massimiliano e Antonello e realizzata rimettendo in piedi la vecchia azienda dei nonni a Castelpoto nel beneventano, dove si aggiungeva, come oggi, solo un pizzico di sale ad un prodotto talmente sano da poter essere capace di conservarsi per alcuni anni. I ragazzi sono gentili, sorridenti e volenterosi e portano fino a Roma i frutti della loro terra per chi lo vuole. Si fanno anche seguire in tempo reale su facebook nel loro lavoro nei campi e nell’azienda…più trasparenti di così! www.laboratorioagricolopanella.it
Continuo il mio giro e vedo quello che ho cercato per 15 anni senza mai trovarlo se non qui: il latte di asina! Simile al latte materno per principi nutritivi e per aumentare i sistema immunitario, spettacolare per gli allergici o gli intolleranti, potente antibatterico, ricchissimo di calcio, è completamente diverso da quello vaccino o di origine vegetale per il suo gusto. L’ho assaggiato, e io che odio il latte per tutta una serie di motivi, che non vi sto qui ad elencare, l’ho trovato ottimo ( forse per ricordi ancestrali vista la somiglianza con quello di mammà). . Come ho trovato fantastico lo yogurt e i formaggi (il primo sembra la crema per un dolce i secondi sono saporiti). Buoni anche i biscotti e la cioccolata!!
Ma vi ricordate Cleoparta e Poppea? In cosa facevano il bagno le furbette? Nel latte d’asina! Ed ecco a voi le creme a base di questo elisir di lunga vita ricco di minerali, vitamine A,B,C,D,E ed oligoelementi, capaci di prevenire e ritardare i fenomeni di senescenza cutanea oltre che a generare un effetto protettivo nei confronti dei fattori climatici esterni con attività anti-infiammatoria. Ovviamente io ce l’ho!www.asinalatte.it
Per questo primo giorno a Culinaria sono sazia di notizie. Sono tornata il secondo giorno e, ovviamente, non pensate che il mio racconto sia finito qui! Pronti per nuove bontà?
…grazie Stefania Cianfrocca per le foto!