Altrove, Porte aperte sul mondo. A Roma la cucina ha un’anima interculturale

C’è sempre una bella storia da raccontare tra le tante brutte che ci circondano …

Una bella storia è quella di Altrove che ci porta in  un viaggio alla scoperta di sapori ed esperienze interculturali chiamando in causa, intorno allo stesso tavolo, solidarietà, formazione e cucina. La parola d’ordine di questo ristorante e luogo di formazione, nato da un progetto del Cies Onlus  (Centro Informazione ed Educazione allo Sviluppo), è mantenere le ‘Porte aperte sul mondo’ con lo scopo di dar vita, tramite MaTeMù il centro di aggregazione giovanile, ad un percorso gratuito di formazione per far diventare aiuto-cuoco, aiuto-pasticcere e operatore di sala-bar ragazzi dalle storie difficili. Storie che partono da lontano come quelle dei rifugiati o quelle di ragazzi italiani e stranieri di seconda generazione, o quelle dei minori sbarcati nel nostro paese non accompagnati, tutti in grado di comunicare, attraverso il cibo, la bellezza delle varietà culturali, unendo ed esaltando a vicenda le differenze per creare qualcosa di buono sotto la guida di abili chef che si confrontano quotidianamente con gli allievi.

 

Nasce così  un menu ricco di suggestioni e sapori provenienti da tutto il mondo sotto la guida di Lorenzo Leonetti del Grandma Bistrot responsabile della formazione dei ragazzi e della cucina, di Claudia Massara la chef alla guida della linea del pranzo, mentre a Valerio Parisi, spetta la direzione della panificazione e della pasticceria.

E’ Sandro Balducci a dirigere Altrove- Porte aperte sul mondo, ristorante dove sono le porte le  vere protagoniste di un arredamento elegante e sobrio. Dal grande bancone bar risultato di un caratteristico collage di porte, a un massiccio uscio in legno che conduce al piano inferiore, mentre due scuri sono stati utilizzati come ante per la finestra posta in fondo alla sala.

 

Due piani, per un totale di 253 metri quadri, realizzati dall’architetto Giuseppe Pellei, dove nella parte inferiore si trova la cucina e in quella superiore il laboratorio di pasticceria e panificazione a vista nonché il bar e la sala.

Divanetti, sgabelli, tavoli, sedie, cuscini colorati e una piccola e suggestiva zona riservata dall’aspetto mediorientale, contribuiscono a creare un’atmosfera rilassante, confortevole e ospitale in questo luogo in cui, varcata la porta, si ha la sensazione di entrare in una casa che ingloba in sé i profumi  e i sapori di terre lontane.

Scordatevi la parola “cucina etnica” e leggete attentamente il menu, capirete che la proposta gastronomica di Altrove nasce dall’attenta unione delle tante realtà multiculturali che gravitano intorno a questo luogo, con  chef che si confrontano quotidianamente con gli allievi per dar vita ad un menu con prodotti di stagione, ricco di suggestioni e sapori provenienti da tutto il mondo, ed una cucina in cui vige il rispetto per le materie prime, sia dal punto di vista etico che ecosostenibile, la lotta agli sprechi alimentari e la riscoperta di antichi metodi di cottura.

 

Un menu in cui non sono presenti agnelli, pulcini, galletti, ma solo animali adulti, acquistati interi da piccole aziende che macellano solo poche bestie. Presenti invece fornitori, selezionati per il loro impegno sociale e la qualità dei prodotti, come  Altromercato, Libera Terra, i formaggi provenienti da  Proloco Dol, in particolare dal Caseificio “Cibo agricolo libero” dove lavorano le detenute del carcere di Rebibbia, lo yogurt dalla Cooperativa Barikamà, un progetto di agricoltura sociale gestito da ragazzi africani e, la passata dall’azienda Fiammante che, attraverso accordi diretti con i produttori di pomodori, promuove la raccolta meccanica dei pomodori per combattere il caporalato.

L’offerta di Altrove è varia e ben articolata: colazione sul tardi, pranzo, aperitivo e cena. A pranzo si può fare un pasto leggero, salutista ma al contempo gustoso e originale: si può scegliere un piatto unico a base di  verdura, carne e pesce a cui aggiungere un cerale e un contorno a scelta oppure prediligere  i piatti del giorno come un primo o una zuppa. Sfizioso e invitante l’aperitivo, composto da quattro proposte salate che variano giornalmente, accompagnate da un cocktail, una birra o un calice di vino.

 

La sera il menu diventa “un viaggio” dove ogni singolo piatto è una delle mete, dove una serie di ingredienti nuovi per i nostri italici palati, trovano utilizzi diversi dal loro originario uso e si reinventano dando vita ad un nuovo linguaggio di “cucina universale” dove  le somiglianze creano nuovi piatti facendo fondere insieme le diverse tradizioni.

Si può optare per il menu à la carte ampio e variegato in grado di soddisfare ogni esigenza, o per il menu degustazione proposto dallo chef con una selezione di due antipasti, due primi e due secondi a cui si aggiunge una degustazione di mini dessert dell’ottima pasticceria di Altrove (proposto a 45 euro).

 

Si parte con gli antipasti, da provare la “Vellutata fredda di piselli con fragole alla menta e roche ricoperto di cioccolato con ripieno di ricotta di bufala”, Il “Crudo di manzo di picanha con insalata di cetrioli e papaia con salsa allo yogurt” e la “Seada fatta in casa servita con bottarga di muggine di Tavolara, stracciatella di bufala e sedano croccante“.  Il viaggio prosegue con i  primi, tra questi il “Cous cous di frumento integrale della Palestina, Maftoul, con verdure grigliate, mirtilli rossi e mandorle tostate”,  i “Fagioli del purgatorio e della stoppa con baccalà in crosta di panko e polpo disidratato” e i “Ravioli fatti in casa ripieni di dentice e patate al basilico con conserva di pomodori del piennolo in salsa dell’Az. Agricola La Fiammante”. E poi il Riso Acquerello della “Tenuta Colombara” cotto in acqua di pomodoro fresco, mantecato con pecorino romano e bottarga di muggine La Tavolara”e “il Mezzo pacchero del pastificio Mancini con ragù di pecora al tinto della maremma e conciato di Rebibbia”.

 

Tra i secondi imperdibili le “Polpette speziate di pecora con misto di radici al forno, salsa piccante  di feta e pistacchi” ( non spaventatevi di fronte alla pecora, è tenerissima e dal sapore delicato);  la ‘Spigola arrosto con spezie e aromi di Bangkok servita con zucchine romanesche e baby corn’, e  il “Pollo dell’agricola “San Bartolomeo” brasato ai fiori di finocchio selvatico e zenzero con insalata di fagiolini all’agro”.

 

Altro interessante capitolo è la pasticceria francese qui leggermente rivisitata in chiave moderna, che  evoca i sapori del mondo con arachidi, sesamo, frutta secca e  quella esotica. Una pasticceria realizzata giornalmente che usa solo un cioccolato di livello assoluto come quello dell’azienda  francese Valrhona, il burro e la panna della Normandia Elle e Vire, solo uova da galline allevate a terra, una selezione di frutta secca da tutto il mondo come noci Pecan, mandorle di Avola, nocciole piemontesi, noci macadamia, pistacchi siciliani, puree di frutta Ravifruit, e per la panificazione (fanno anche dell’ottimo pane ed ottimi grissini), solo farine biologiche macinate a pietra dal molino Silvestri.

 

Tra i tanti dolci non fatevi sfuggire la “Mousse al cioccolato amaro guanaja, cremoso alla gianduia al latte e gelée ai lamponi”  e la “Tarte citron’, un sablé alla vaniglia con cremoso al limone, meringa italiana bruciata e salsa al passion fruit”.

 

Qualche info:

Altrove

via Benzoni 34

Roma

Tel. 06 574 6576

Email: info@altroveristorante.it

Aperto dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 15:00.

Dal giovedì alla domenica aperto anche dalle 18:00 alle 24:00

Rispondi