Nasce dalla mente di tre donne ZUM, il piccolo tempio romano del tiramisù artigianale a pochi passi da Campo de’ Fiori dove il dolce casalingo per eccellenza, che fa ormai la felicità dei golosi planetari, si adegua ai tempi e si gusta in comode coppette da passeggio declinato in varianti una più buona dell’altra.
Una piccola bottega con laboratorio a vista dove zucchero, uova e mascarpone (questi ultimi Bio provenienti della centrale del latte di Brescia) vengono trasformati in una soffice crema leggera fino a 5 volte al giorno per offrire un prodotto sempre fresco da gustare accompagnato da Savoiardi home made per la versione classica (fatti con farine bio del Mulino Rossetti e tagliati a disco per riempire a tutto gusto le coppette) o dai biscotti Gentilini (per un omaggio a Roma) con crema al cioccolato Novi per lo ZUM (entrambi bagnati nel caffè). A fargli compagnia anche la versione al pistacchio, alla nocciola, ai frutti di bosco, al tè matcha (ancora più fresca e leggera), al Limoncello con buccia di limone candita, quella estiva con le pesche e bagna di Moscato passito o alle fragole di Terracina. Per un goloso dopo cena c’è anche la versione con bagna al rum e caffè con cioccolato extra fondente. Le versioni gluten free, lattosio free, light (con ricotta) e Kids con orzo completano l’offerta accanto al Cookie, allo Stecco, alla crostata, al TrameZum e al Push up tutti in versione tiramisù.
Questo arcobaleno di golosità realizzate solo con materie prime biologiche e selezionate, servite in packaging ecosostenibili, è frutto della passione per questo dolce delle tre socie Barbara Agosti, la chef del gruppo, Laura Iucci e Dominika Kosik . Tre amiche che hanno deciso di investire nel dolce più tradizionale e conosciuto al mondo con l’aiuto all’inizio di un consulente d’eccezione come Stephan Betmon, l’artista pasticciere di scuola francese sempre in cerca di nuove idee e progetti da sposare, che gli ha dato una mano per rendere ancora più buona la ricetta della nonna di Novi Ligure di Barbara. In laboratorio oggi a creare, Federica Mastropietro, che con Barbara segue le linee di produzione, e gli stagisti Cosimo e Donatela.
La scelta della location e il format del locale non sono stati casuali, la prima in piazza del Teatro di Pompeo 20 è un via vai di turisti diretti a Campo de’Fiori o a piazza Farnese, la seconda realizzata con materiali , dal mood internazionale, ben si presta all’apertura di franchising in giro per il mondo. L’ambiente semplice, informale e familiare vede qualche sgabello con due piccoli banconi dove appoggiarsi se si vuole consumare qui il proprio tiramisù, un bancone bar per caffè e Bevande Futuriste (una linea di succhi di frutta bio, chinotto, tonica e tè), una vetrina refrigerata per la scelta dei gusti dei tiramisù.
L’arredamento e le finiture, su progetto di Simona Iucci, sono state realizzate a mano dai ragazzi del carcere di Lisbona, dando a ZUM, con l’uso dell’ondulato in alluminio e di materiali poveri, l’aria di uno spazio esterno/interno da vero street food, mentre stecche di legno e pagliette da cucina formano strani animali a decorare le pareti dando un’aria fresca e distensiva ad uno dei locali più golosi della capitale.