Chi lo avrebbe mai detto che un giorno sarei entrata nella storica libreria Kappa in largo Fontanella Borghese a Roma non per sfogliare libri ma per mangiare. Per me, ex studentessa di architettura è sempre stato il luogo dove si compravano i testi sacri dei grandi architetti, quei libroni/monografie dove le foto ti facevano sognare, e sperare, di poter fare almeno un milionesimo di quanto avevano realizzato loro. I libri sono rimasti, insieme al fascino della libreria ricavata dall’antico foyer di un teatro, ma un nuovo progetto anima questo posto: salendo le scale che portavano una volta nello studio (e magazzino) dei proprietari , ci si trova di fronte ad una sorpresa, uno spazio bianco su due livelli arredato con una grande cucina ad isola e un lungo tavolo dove poter passare una serata intorno ai fornelli con lo chef di turno, cucinando e imparando, o organizzando una cena con gli amici, magari per festeggiare qualche cosa, mentre qualcun altro cucina per voi in diretta.
Le artefici di questi fornelli tra i libri sono Simona Cappabianca, la proprietaria, e Raffaella Ghislandi, interior design ed esperta di comunicazione enogastronomica, che capendo la potenzialità del posto e il cambiamento dei tempi, hanno per così dire ottimizzato le risorse (ormai il magazzino non serviva più) e dato vita a Cucina Borghese in uno spazio a dir poco singolare.
Ma visto che di cucina si parla, di cucina parliamo. La mia esperienza qui è stata una cena vegana con Alessandra Rotili ai fornelli, e tante cose buone e colorate nel piatto! Nulla di triste o di scontato, tanto sapore e allegria nella cucina di questa giornalista sportiva che, come dice lei , si rilassa usando le mani, impastando, farcendo, tagliando, frullando…e divulgando la propria scelta salutista fatta quattro anni fa, quando ha capito che “la salute del corpo e dell’anima, non sono coniugabili con l’ingerire animali e derivati.”
Per questa cena vegana in libreria, cinque piatti saporiti e altrettanti brindisi per omaggiarli. Un antipasto di polenta di grano saraceno con crema di porri e crema di zucca lucida e vellutata come da manuale. Due primi, una zuppetta di ceci e funghi con un crumble di pane al cerfoglio hande made, e uno spaghetto integrale mare e monti con pesto di pomodori secchi, alghe wakame e spolverata di pistacchi che ha fatto fare il bis a parecchi commensali per la sua bontà. Un secondo che vedeva la composizione di tre polpette di amaranto (niente glutine, ma solo proteine e fibre), in salsa di peperoni arrostiti con contorno di scarola ai pinoli ed uvetta accompagnati da pomodori confit e cialde di patate al forno. Infine il dolce, due friabilissime cialde di farina di cocco al profumo d’arancio con crema dello stesso agrume e uno scarabocchio di cioccolato fuso. Ovviamente, tutto appetitoso, fatto in casa e rigorosamente vegano!
Ne volete sapere di più in fatto di cucina al 100% vegana? Curiosate su www.lacucinadiale.it non ne rimarrete delusi.
Ma non è solo Alessandra a portare colore, bontà e salute in questa cucina: il 31 gennaio e il 1 febbraio arrivano Alice Chiara alias ViolaMirtillo e Fabrizio Franco alias l’uomo che sussurra ai lieviti con grande competenza tecnica di Pane e Tempesta, per un corso sui dolci vegan: colomba pasquale, Sacher, frolla, krapfen e dolci fritti di Carnevale diventeranno alla portata di tutti con le loro spiegazioni. Per la serie “quando la salute nel piatto è anche golosa !”
E qui, sui dolci vegan di Alice, apriamo una parentesi: i dolci sono una scienza esatta e riuscire a trasformare una ricetta classica è difficile, anzi difficilissimo ( io lo so bene avendo fatto dolci in casa senza latte e derivati per almeno 11 anni). E poi la frolla, qui se cambi una virgola cambi consistenza …diciamolo, alcune vegane assomigliano a segatura. L’intuizione di Alice Chiara è stata quella di non sostituire soltanto gli ingredienti per fare un dolce vegano ma di creare, come nel riuscito caso della sua crostata dove nella frolla spariscono le uova, e la consistenza frollosa (come dice lei) viene data dal burro vegetale fatto in casa lavorando burro di cacao, olio extra vergine d’oliva e olio di riso. Una frolla capace di ingannare anche i palati più sensibili (vedi il mio), e di deliziarli accogliendo in un morbido guscio le marmellate rigorosamente hand made (per la ricetta www.violamirtillo.com )
Dimenticavo: ritornando alle prime righe…il mio sogno è finito ad un passo dalla laurea (cretina io), per intraprendere un’altra carriera o meglio, imparare un mestiere, quello della giornalista. Si, perché di mestiere si tratta, né più né meno, da imparare sul campo, un campo dove non si finisce mai di imparare. Sono passati ormai quasi trent’anni da quando ho iniziato e sinceramente devo dire che mi è andata di lusso.