Borgo Petroro, i sapori dell’Umbria di Oliver Glowig a Locanda Petreja

E’ in una country house di charme, un borgo medievale di raffinata e austera bellezza tra gli uliveti di Todi, che lo chef Oliver Glowig, ha portato in Umbria il suo cuore innamorato dell’Italia più autentica, un amore consolidato da 20 anni, senza cedimenti visto che la sua cucina parla italiano da tempo raccontandone la tradizione, i colori e le emozioni attraverso dettagli culinari sempre più colorati e vivaci che esaltano i prodotti locali. Lo scenario di Borgo Petroro è affascinante, un vero maniero di stampo medievale, un borgo fortificato che comincia a prosperare sul finire del XIII secolo come difensore delle terre e delle ville vicine, ma che deve la sua fondazione come “castrum” già al tempo degli Antichi Romani.

Una maestosa porta ad arco, un’aquila in pietra e lo stemma della città di Todi, ci danno il benvenuto a Borgo Petroro nei suoi eleganti alloggi diffusi dagli arredi caldi ed essenziali, nella sua invitante area wellness “L’Armeria” che ospita sauna, bagno turco, doccia emozionale, una Jacuzzi e una serie di trattamenti per vivere una giornata all’insegna del relax e del benessere, e nel suo ristorante gourmand Locanda Petreja dove fare un’esperienza sensoriale unica .

Un buen retiro dal bellissimo panorama nel cuore verde d’Italia che offre l’occasione di riscoprire gli scenari naturalistici che circondano la piccola cittadella anche in e-bike e mountain bike grazie al servizio di noleggio, la possibilità di conoscere i vini del territorio  visitando le cantine limitrofe, grazie alla vicinanza della Strada del Sagrantino, e poi la bellissima Todi, nota come “la città più vivibile del mondo”, circoscritta tra ben tre cerchie di mura (etrusche, romane e medievali) che racchiudono innumerevoli tesori, ma anche per ripercorrere le vie dei pellegrini facendo tappa nelle chiese disseminate sul territorio. E poi ancora Perugia e Orvieto, città antiche inserite in borghi ricchi di fascino senza tempo.

La corte interna di Borgo Petroro è il cuore pulsante del maniero, da dove si dipanano i tanti percorsi per scoprirlo tra lo stupore continuo: c’è l’ex Stalla del borgo, intima e raccolta, destinata alle degustazioni di formaggi e salumi accompagnati da calici di vino per lo più del territorio umbro; la Country House dove si può partecipare a cooking class organizzate dallo chef Oliver Glowig, dedicate ai lievitati e alla pasta fresca in un contesto particolare attorno al forno, dove nei secoli passati i castellani cuocevano il pane; infine la sala Arcivescovo dove è possibile godere di una rilassante atmosfera sorseggiando una tazza di te o un infuso scelti da un’interessante selezione, o un caffè dalle 16 varietà provenienti da tutto il mondo. Le porte di Borgo Petroro sono aperte anche a chi voglia fare solo un aperitivo tra le mura piuttosto che una breve sosta golosa con le proposte menù del bar, dai taglieri alla pizza firmata Oliver Glowig.

Un’atmosfera elegante, semplice ma curata, tipica delle più belle dimore del countryside italiano, ci accoglie nelle 12 camere e suite diffuse al suo interno dotate di tutti i comfort moderni,  e nello spazio dedicato alla Locanda Petreja, dove si ritrovano i sapori unici di questo territorio, riscoprendoli nella loro forza e particolarità, rinnovati secondo il tocco creativo dello Chef Oliver Glowig. Il menù è un susseguirsi di colorate e inaspettate scoperte di una  cucina immediata, intuitiva e legata al territorio, che manifestano la curiosità dello chef per la terra umbra ei suoi prodotti, e il legame con le tradizioni oramai assorbite delle esperienze passate.

Cominciamo dagli Antipasti dove  la stagionalità e la territorialità consentono allo chef di giocare con i sapori della frutta e della verdura con il piatto “Cotto e crudo di frutta e verdura”, a cui lo Chef è molto legato, mentre il kumquat condito da un tocco di intrigante dolcezza in abbinamento ai piselli nel classico connubio umbro di uovo e tartufo, dà vita a un divertente gioco di consistenze nel piatto “Uovo croccante con piselli, kumquat candito e tartufo di Norcia”.  Altro interessante antipasto è la “Trota lacustre” marinata e scottata con insalata di farro ed essenza di fagiolini, un piatto dai sapori  insoliti ma perfetti.

Tra i Primi del ristorante di Borgo Petroro spicca senza dubbio la “Pasta mista con cozze, roveja, pomodori canditi e rosmarino fritto”, dove le note speziate e la decisa personalità della  Roveja, un antico legume tipico di Cascia ai più noto come pisello dei campi (presidio Slow Food), viene esaltato divenendo protagonista di un piatto che denota una passata influenza campana dello chef. I sapori decisi che si bilanciano senza contrastarsi della terra umbra, si esprimono in alcuni piatti come gli “Spaghetti con cicoria salsiccia di fegato e crostini all’aglio”, nel “Risotto al parmigiano e prezzemolo con tuorlo d’uovo e tartufo nero”, e nei “Bottoni ripieni di ortica, ricotta con lumache e salsa al Grechetto di Todi”. Infine interessanti le “Eliche cacio e pepe con ricci di mare”, un piatto che accompagna lo chef da anni.

Nei Secondi le carni sono tutte rigorosamente locali, e l’incontro con un allevatore di “cinta senese” e la visita al suo allevamento, hanno permesso allo chef di creare un piatto in grado di  esaltare ogni parte di questa carne. E’ il “Porco cinturello orvietano con polenta di farro spezzato, asparagi, gelatina di limone lavanda e peperoncino e salsa ai grani di senape”, dove anche le parti meno nobili trovano la loro giusta espressione accostandosi a una polenta di farro spezzato, a una gelatina di limone, alla lavanda e al peperoncino che con note acide, fresche e piccanti spezzano e stemperano la grassezza del piatto. Troviamo un rincorrersi di sapori apparentemente semplici nell’“Agnello, agretti e ravanelli”, dove la mineralità degli agretti bilancia con decisione il sapore caratteristico dell’agnello, mentre il territorio umbro ha maggiore espressione nel “Piccione e fegato grasso d’oca con cipolla di Cannara”, dove i piccioni sono locali, dal sapore più dolce rispetto ai cugini francesi. Anche di questi animali ne è utilizzata ogni parte: con  le cosce, dalle carni più tenaci lo chef crea una farcia con frutta secca caramellata, rosmarino e ginepro che ingolosisce i succosi petti. L’assaggio del piatto va a trovare la sua conclusione nella dolcezza della cipolla di Cannara. Spicca un piatto di pesce tra i secondi, il “Baccalà e lardo, con taccole e santoreggia, salsa di peperoni rossi”, dove lo chef di Locanda Petreja ci regala una vera esplosione di sapori estivi con una proposta raffinata e insolita per gli accostamenti. In menù troviamo anche una vasta selezione di formaggi, tutti locali e scelti tra latte di pecora e di mucca.

Celebrazione del territorio umbro anche nei Dessert, dove l’immancabile cioccolato è protagonista nel “Bacio,semifreddo di cioccolato al latte e nocciole” ispirato al classico cioccolatino, nella forma e nel sapore, mentre le ottime lenticchie umbre stupiscono proposte nell’insolita veste del “Gelato di lenticchie con cremoso al cioccolato bianco acido, rabarbaro e fragole”, un ottimo dolce che diverte con il contrasto tra il sapore riconoscibile delle lenticchie, il sapore deciso e aspro del rabarbaro e del cioccolato lavorato volutamente con una nota acida per eludere il gusto farinoso della lenticchia. Per finire non si può non citare la “Spuma di caprino con sablè al fior di sale e sorbetto ai lamponi”.

A coadiuvare il lavoro dello chef  nelle sale del ristorante, oltre alla parte esterna c’è anche la Scuderia e la Sala nobile interne all’interno del borgo, il maître di Locanda Petreja Claudio Carletti, che in Umbria è di casa forte di 23 anni di carriera nell’alta ristorazione, in particolare nella gestione della sala, da La Pergola di Roma al fianco di Heinz Beck (presente nel 2015 per la conquista della terza stella Michelin) all’hotel ristorante Villa Crespi (2 stelle Michelin) con Antonino Cannavacciuolo. 

Qualche info:

Borgo Petroro

Vocabolo Castello | Località Petroro

06059 Todi (PG)

Tel. 0759978543

www.borgopetroro.it

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