Innovatori, forti, prepotenti, dinamici, chiassosi, esaltavano il caos e le attività delle grandi città,sempre protesi verso un “domani” sicuramente esaltante, sempre consapevolmente provocatori al punto da pubblicare nel 1909 il Manifesto del Futurismo, dove pensieri, convinzioni e intenzioni oggi appaiono ai nostri occhi deliranti ma per i primi del ‘900 sicuramente energizzanti. Maestri nell’abbattere il vecchio per dare spazio al nuovo in ogni forma d’arte,demolivano e riscrivevano con il disordine delle parole tutto ciò che gli serviva descrivere, ribattezzandolo con un nuovo linguaggio più consono allo stile di vita di un Futurista, che nulla lasciava al caso, neanche quello che finiva nel suo bicchiere per uno zang zang tumb tumb cin cin!!
Negli anni in cui si tenevano in bella mostra in casa i primi lussuosi mobili- bar, i cocktail italici della miscelazione futurista diventano Polibibite pensate, realizzate e bevute sempre per raggiungere specifici obiettivi: le snebbianti(polibibite caldo-toniche) si sorseggiavano per avere una valida ispirazione prima di prendere decisioni importanti; con le inventine (rinfrescanti e lievemente inebrianti) si trovano idee nuove; sorseggiando le prestoinletto (riscaldanti invernali) ci si rilassava, mentre le paceinletto (polibibite sonnifere) o le guerrainletto (afrodisiache e fecondatrici) sono state la salvezza di molte coppie futuriste!
Queste formule alchemiche e propiziatorie, tutte rigorosamente realizzate con distillati italiani, rivivono oggi nel libro dal barman e studioso Fulvio Piccinino “La Miscelazione Futurista – Polibibite, la risposta autarchica italiana ai cocktail degli anni Trenta” edito dalla CocchiBooks, un lavoro frutto di anni di sue ricerche rigorose e di indagini meticolose tra musei, collezionisti, mercatini dell’usato, biblioteche e antiquari.
Sono così nate storie, aneddoti, dettagli legati alla cucina di Marinetti & co con particolare attenzione al mondo del bere miscelato, dove tra filologia e attualità, trovano spazio 18 incredibili ricette concepite e realizzate tra il 1925 e il 1933 da diversi esponenti del Futurismo, pittori, poeti e artisti, ovvero da non professionisti della miscelazione, affiancate da una corposa appendice con i trucchi per realizzare un aeroaperitivo futurista e un neomanifesto del miscelatore futurista.
Si potrebbe considerare il romanzo involontario di un gruppo di audaci anticipatori di stili e tecniche che precorrono sotto molti aspetti l’arte della miscelazione contemporanea e aprono una vera e propria via italiana alla miscelazione: un patrimonio di tradizioni, formule e prodotti divisi in famiglie come gli aperitivi, i vermouth, i bitter, gli amari, i liquori dolci, i distillati e gli stessi vini e spumanti che danno nel loro insieme un ruolo di assoluta primogenitura all’Italia nel mondo. Ed è proprio nel periodo degli anni Venti e del Futurismo che se ne racconta forse il momento più affascinante e divertente, in cui le case produttrici si chiamavano Giulio Cocchi, Campari, Tassoni, Luxardo, Nardini, Pallini, Strega, Fabbri, tutte chiamate oggi a raccolta dalla Giulio Cocchi (piccola casa ultracentenaria di vermouth e spumanti), e unite in questo progetto da un’inedita sinergia nata dalla comune volontà di questi grandi liquoristi di incentivare lo sviluppo e la diffusione della miscelazione italiana in un panorama in cui le ricette anglofone la fanno da padrone.
Fedeli al tema, troviamo Giostra d’Alcol, unico esempio al mondo di un cocktail in cui vi sia la Barbera d’Asti. Inventato dall’aeropittore futurista Prampolini, e presentata a Parigi durante l’Esposizione Coloniale dopo un colpo di gong e una spettrale luce verde puntata sugli astanti per ampliare la sorpresa generale, vede il gusto dolce ed agrumato della Cedrata Tassoni, l’amaro del Campari e il carattere della Barbera D’Asti armonizzati perfettamente con un tocco di bizzarria Futurista, ovvero due lunghi stecchi di legno da affondare nella miscela, il primo con un dado di formaggio ed il secondo con uno di cioccolato amaro. Prima il formaggio, poi un sorso ed infine il cioccolato. L’attuale moda di abbinare i vini rossi passiti, fortificati o aromatizzati con il cioccolato amaro ha avuto nei Futuristi i suoi precursori!
State pensando “strana roba….imbevibile…” vi rispondo subito: niente affatto!!! Provata al nuovo emporio Jerry Thomas, direttamente miscelata da Fulvio Piccinino e assaggiata insieme ad altre Polibibite tutte di sicuro effetto! Come Grandi Acque, inno alla provocazione e all’abbinamento azzardato, creata dallo scenografo Enrico Prampolini con grappa bianca (il distillato italiano per eccellenza), Kummel e mistrà e completata da un cachet di acciuga (un filetto racchiuso tra due ostie) che stupisce per il suo equilibrio.
Rosa Bianca ideata da Angelo Giachino, l’unico ristoratore futurista che la storia abbia mai avuto, che in quel di Torino aprì Santopalato e creò forse l’unica polibibita commerciale: Bitter Campari, Liquore alle rose, succo d’arancia e Mistà Pallini da sorseggiare dopo una spruzzata di profumo di rosa sulla nuca per ampliarne il gusto.
Ed infine Rigeneratore, polibibita per signore spiritose, uscita dalla mente vulcanica dell’ingegnere torinese Cinzio Barosi proprietario della Standard, casa automobilistica con la quale si proponeva di motorizzare l’Italia intera realizzando una vettura a poco prezzo, in un unico modello e in quattro colori. L’Italia non l’ha motorizzata ma ha collaborato con Marinetti alla stesura del libro “La cucina futurista” da dove viene questa bibita delicata e beverina che utilizza lo zabaione al Moscato d’Asti a cui sono aggiunte delle noci tritate. Il tutto è accompagnato da una decorazione dissacrante come imponeva il Futurismo: un’intera banana in verticale che spunta obbligatoriamente dall’orlo del bicchiere…il Rigeneratore dovrà essere necessariamente bevuto da donne dotate di molto spirito!
Non mi resta che brindare con voi alla maniera Futurista …Zang zang tumb tumb cin cin!